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Italiens

Grande successo di pubblico per lo spettacolo "Italiens. Quando gli immigrati eravamo noi",  ma soprattutto grande impatto emotivo e sincera commozione scaturiti dall'incontro con il gruppo Incanto e con le storie dei suoi componenti, che sono poi le storie che lo spettacolo vuole restino ben vive nella nostra memoria

ecco alcune immagini della serata di Ponte di Piave (vedi tutte le foto nella pagina internet del gruppo)

Italiens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di PiaveItaliens a Ponte di Piave


 
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Il Comune di Ponte di Piave e il Comitato di Gemellaggio di Ponte di Piave

in collaborazione con i Comuni e i Comitati Gemellaggio di Casier e Cordignano

presentano lo spettacolo

Italiens

Quando gli immigrati eravamo noi

da un'idea di Gualtiero Bertelli, Gianantonio Stella e Rocco Femia
una produzione franco - italiana

 1 marzo 2013 ore 20.30

"ITALIENS. Quando gli immigrati eravamo noi"
Spettacolo italo-francese sull'emigrazione
su testi di Gianantonio Stella

Salone delle Botti presso Cantina Sociale di Ponte di Piave

Uno spettacolo presentato dal Gruppo Incanto di Tolosa

dove i figli ed i nipoti dei nostri italiani all'estero ci invitano a non dimenticare

"ITALIENS. Quando gli immigrati eravamo noi", una corale riflessione musicale sul fenomeno migratorio proposta dal gruppo"Incanto" di Tolosa su testi di Gualtiero Bertelli, Gianantonio Stella e Rocco Femia. Per la prima volta in Italia, dopo una trentina di rappresentazioni di successo in Francia, "ITALIENS" offre una riflessione profonda messa in scena dagli stessi figli degli italiani che emigrarono in Francia. In scena, oltre 30 gli attori rigorosamente non professionisti insieme al regista Rocco Femia, giornalista, direttore del bimestrale RADICI, nota rivista in lingua francofona, nata per offrire uno sguardo nuovo sull'attualità e la cultura italiana.
Tre le date del tour: il 1 marzo alle 20.30 a Ponte di Piave presso la Cantina sociale "Salone delle botti", il 2 marzo alle 21 a Cordignano sul palco del teatro Francesconi. Il 3 marzo "ITALIENS" sbarca a Zero Branco, all'Auditorium di Villa Guidini, alle 16.30, non essendo disponibile a Casier una sala altrettanto capiente. Grande l'impegno organizzativo dei Comuni, Comitati Gemellaggio e Pro Loco di Casier, Cordignano, Godega di Sant'Urbano e Ponte di Piave.
Sul palco uno spettacolo intenso e appassionato, musica e canti provenienti dal patrimonio popolare italiano e altri composti appositamente per questo lavoro da Gualtiero Bertelli. Gli oriundi del gruppo "Incanto", racconteranno le discriminazioni subite, la vita che hanno fatto i nostri nonni e quanto difficile è stato per i francesi accettare l'arrivo di stranieri. Ma anche quanto impegno, intelligenza, quanto lavoro hanno investito i loro nonni per integrarsi nelle nuove patrie.
Il tutto è completato dall'ininterrotta proiezione di straordinarie immagini originali e documenti d'epoca, frutto di una approfondita ricerca in diversi archivi, anche familiari.

L'emigrazione in Francia

L'emigrazione italiana documentata è durata esattamente 100 anni, dal 1876 al 1976. Prima di tali date gli emigranti partivano a migliaia, ma nessuno sapeva quanti e chi erano. Dal 1976 il numero degli immigrati, italiani che tornavano in patria o cittadini di altri paesi che arrivavano in Italia in cerca di lavoro, ha superato quello degli emigranti, anche se il fenomeno emigrazione non si è arrestato subito, ma ha impiegato ancora parecchi anni per ridursi a quelli che possiamo definire rapporti normali di libero scambio della manodopera.
In questi cento anni gli Italiani sono diventati da ospiti indesiderati e fortemente contrastati, in buona parte del mondo, a cittadini delle nuove patrie, perfettamente integrati, che spesso hanno dato contributi formidabili allo sviluppo dei paesi che li avevano accolti.
Un percorso lungo e tormentato. La xenofobia antitaliana, che è emersa in forme diverse un po' ovunque, ma in modo particolarmente vistoso negli Stati Uniti, ha ricoperto di dolore e di sangue quel percorso di integrazione e di sviluppo.
D'altra parte gli Italiani che approdavano a porti lontanissimi o arrivavano in treno in paesi totalmente sconosciuti erano il più delle volte sporchi, affamati, ignoranti e con un tasso di violenza altissimo nella loro cultura di relazione. Hanno creato numerosi problemi alle collettività in cui si sono inseriti in quanto portatori di una diversità difficilmente accettabile, e molto hanno sofferto per incredibili discriminazioni.

 

Per informazioni:

Claudio Rorato 340 7968149

Biblioteca di Ponte di Piave 0422 759995

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