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La diossina, molecola di accertato potere cancerogeno, che tende ad accumularsi nei tessuti, insidia la nostra tavola, preoccupando i consumatori.
L'allarme è arrivato dalla Germania dove si è scoperto che l'azienda "Harles und Jentzsch" del Land Schleswig-Holstein aveva venduto 3.000 tonnellate di grasso per mangimi, contenenti una quantità di diossina doppia rispetto ai parametri di legge, che corrispondono a 0,8 nanogrammi per chilogrammo di acido grasso (i limiti sono indicati dal Regolamento Comunitario CE 199/2006 e dipendono dal tipo di carne).
Il pericolo maggiore per i consumatori italiani deriva non tanto da uova e latte, per i quali c'è l'obbligo delle etichette, ma dalla carne suina, per la quale non è prevista dalla normativa vigente alcuna informazione sulla rintracciabilità del prodotto. Si tenga presente che in Italia entrano dalla Germania 2.600,000,00 quintali di carne da suini, pari ad un quarto di quella prodotta in Italia.
I mangimi prodotti in Germania e negli altri Paesi europei, negli anni recenti, si sono resi più volte responsabili del superamento dei limiti relativi al contenuto di diossina imposti dalla normativa comunitaria.
Il Ministero della Sanità ha avviato un monitoraggio di cui è opportuno conoscere pienamente l'esito e su questo obiettivo vi è il fermo impegno delle Associazioni di categoria degli allevatori.
I nostri consumatori hanno il diritto alla sicurezza alimentare mentre i nostri allevatori, che hanno già attraversato situazioni difficili, hanno diritto a controlli rigorosi alla frontiera sui prodotti che provengono da altri Paesi.
I metodi analitici consentono di individuare la presenza della diossina in modo puntuale, anche al di sotto dei nanogrammi.
Dalla Residenza Municipale, 11 gennaio 2011
L'Assessore all'Ambiente
Luciano De Bianchi